Uno dei tanti principi di fotografia che è possibile utilizzare nelle video riprese è quella di sfruttare la distanza iperfocale.
L’iperfocale è strettamente legata al concetto di profondità di campo ampiamente utilizzato sia nelle fotografie che nelle riprese. Sappiamo che le profondità di campo rappresenta quella zona in cui l’immagine apparirà nitida oltre al piano su cui cade la messa a fuoco del soggetto. Quest’area dipende da tre fattori: il primo è il diaframma utilizzato per la ripresa, il secondo la focale e il terzo la distanza del piano di fuoco dalla fotocamera o videocamera.
Se variamo il diaframma utilizzato nella nostra ripresa, oltre a variare la luminosità della scena, andremo ad influire sulla profondità di campo dell’immagine.
Per ogni diaframma e per ogni focale, esiste un punto di fuoco che permette di ottenere una profondità di campo che si estenda dall’infinito ad una zona posta circa a metà di tale distanza. L’iperfocale è esattamente questa distanza e permette di ottenere la massima estensione della profondità di campo possibile per una data focale e per quel particolare diaframma scelto.
Perché utilizzare la distanza iperfocale nelle riprese subacquee?
Il primo approccio potrebbe essere quello di sfruttare obiettivi completamente manuali e senza automatismi anche sott’acqua all’interno delle nostre custodie. Sarà sufficiente predisporre il controllo della messa a fuoco con un’opportuna ghiera che trasmetta il comando meccanico all’esterno della custodia per poter selezionare il corretto punto di iperfocale. In questo modo sarà possibile utilizzare delle ottiche di migliore qualità con prestazioni elevate dedicate ad esempio alle riprese cinematografiche. Se desideriamo ottenere la massima estensione della nitidezza, è meglio mettere a fuoco su un piano intermedio, proprio il piano che corrisponde alla distanza iperfocale.
Se volessimo fare un esempio, con un’ottica di 15mm montata su una fotocamera con sensore APS-C e diaframma impostato su f 11, avremo una distanza iperfocale di 1,36m. Ciò vorrà dire che impostando il fuoco su soggetti posti a 1,36m dal sensore avremo l’intera scena a fuoco a partire da 68 cm all’infinito.
Tutto ciò che verrà ripreso all’interno di quest’area sarà nitido e non dovremmo preoccuparci di controllare il fuoco sul soggetto.
Nella tabella sottostante è possibile visualizzare i valori di distanza iperfocale in metri a partire dall’ottica utilizza e dal diaframma impostato. Come è possibile notare, più le focali sono corte, maggiore sarà la profondità di campo nitido ottenibile e più vicina sarà la distanza iperfocale. Per questo motivo l’utilizzo di questa tecnica ha maggiore impatto su obiettivi grandangolari a differenza dei teleobiettivi.
E’ possibile calcolare in maniera rigorosa l’iperfocale di ogni obiettivo seguendo la formula matematica:
I=F^2/(D*c)
Questa formula ci dice che la distanza iperfocale I è ottenibile dividendo il quadrato della lunghezza focale per il diaframma scelto “D” moltiplicato per il circolo di confusione “c”. Quest’ultimo è un parametro strettamente legato al tipo di sensore utilizzato se APS-C o Full-frame e rappresenta il più piccolo cerchio che l’occhio umano riesce a distinguere a una determinata distanza. Ovviamente per il calcolo di questa funzione sono disponibili molte app scaricabili sui nostri cellulari.
Se si vuole ottenere una distanza iperfocale ridotta, sarà necessario ridurre o la lunghezza focale o usare valori più elevati di apertura di diaframma. Naturalmente non potremo esagerare con quest’ultimo parametro poiché siamo sempre legati alla quantità di luce che verrà fornita dai nostri illuminatori subacquei, ma potremmo sempre e in una misura corretta agire sui valori di ISO badando a non introdurre il fastidioso problema del rumore digitale. Inoltre aumentare troppo il valore di apertura può comportare l’introduzione di diffrazione e conseguente perdita di nitidezza.
Il consiglio che posso fornire è quello di utilizzare diaframmi compresi tra f8 ed f16 in quanto molti obiettivi raggiungono il loro massimo di nitidezza intorno a questi valori.
Esiste inoltre un metodo empirico per il calcolo approssimato della distanza iperfocale, in pratica bisogna imposta l’apertura a f8 o f11 su un obiettivo a focale corta, e mettere a fuoco in un punto che si trova a circa un terzo dell’inquadratura partendo dal basso. Naturalmente questo è un metodo approssimato ma che spesso riporta ottimi risultati.
[…] a fuoco sia esso molto vicino all’ottica che in piani più distanti. L’utilizzo in iperfocale ci garantisce piani di messa a fuoco molto […]